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La ricostruzione della rete trofica

La catena troficaSul tema della catena trofica è stata avviata una collaborazioni con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) - Laboratorio di Milazzo, in considerazione dell’esperienza ed attività specifica di questo laboratorio, soprattutto in relazione all’identificazione dei becchi dei cefalopodi ritrovati nei contenuti gastrici di grossi predatori marini.  Una seconda collaborazione è stata avviata sempre con ISPRA - ex ICRAM, collaborazione che si è tradotta in un supporto pratico e fattivo nell’identificazione dei crostacei (o parti di essi) ritrovati soprattutto negli stomaci dei cetacei. Il coordinamento di tutta l'attività, l'analisi dei contenuti stomacali e l'elaborazione dei dati è stata realizzata anche grazie all'attivazione di due specifici tirocini formativi, rispettivamente sullo studio della ditea dei cetacei uno e della dieta di tartarughe e squali l'altro, banditi dall'Università di Pisa su fondi delle Regione Toscana (FSE 2009-2011).
Per il momento sono stati analizzati 8 stomaci di tartaruga comune (Caretta caretta), 11 di cetacei - di cui 5 tursiopi (Tursiops truncatus) e 6 stenelle (Stenella coreuleoalba) - e 4 di grandi squali: squalo volpe Alopias vulpinus, la verdesca Prionace glauca, lo squalo grigio Carcharhinus plumbeus e quello bruno C. obscurus).
 

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