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Posidonia oceanica - Mappatura georeferenziata

operatori-sub-su-posidonia.jpgLe mappature georeferenziate delle praterie rappresentano un fondamentale strumento per il monitoraggio e la gestione ambientale.

 

La mappatura delle praterie delle coste e isole toscane è stata effettuata negli anni ’90 (Cinelli et al., 1995; Piazzi et al., 2000a, 2000b; Bedini et al., 2000). In relazione sia al tempo trascorso che alle strumentazioni utilizzate per l’ottenimento dalle mappature è da considerare oggi necessario un aggiornamento delle carte.  A questo scopo, nell’ambito del progetto GIONHA, la mappatura è stata effettuata dalla ditta Geopolaris di Livorno per conto di ARPAT.

 

Sono state scelte un’area a sud di Livorno di circa 7 Nm2 e una a nord di Piombino di circa 4,6 Nm2. La mappatura è stata effettuata mediante Sonar a Scansione Laterale a cui è stata abbinata un’indagine conoscitiva puntuale realizzata con ROV lungo 6 transetti perpendicolari alla costa (per un totale di 17 punti campionati) allo scopo di verificare l’interpretazione delle registrazioni. Il rilievo è stato ottenuto impiegando il battello Oceanografico Poseidon di ARPAT, un sistema di posizionamento GPS Differenziale Seres e un Sonar a Scansione Laterale Edgetech 272TD con frequenza 100 KHz. Il range utilizzato è stato di 150 m per canale, consentendo la sovrapposizione del 20% tra due linee adiacenti. Il rilevamento ha permesso l’ottenimento di una cartografia in scala 1:5000.

 

Nell’area di Livorno sono state individuate cinque zone con differenti caratteristiche: la prima, che va dalle ostruzioni di Livorno Sud fino ad Ardenza, con una ricca presenza di P. oceanica su matte. Tra Antignano e la foce del Chioma, la prateria si presenta a macchie su roccia caratterizzata da biocostruzioni. Dal Chioma fino a Fortullino, la prateria ha una morfologia a chiazze su un substrato roccioso; il substrato di impianto è nuovamente caratterizzato da biocostruzioni nei pressi di Castiglioncello mentre la prateria è installata su matte a sud di Punta Righini. Nell’area di Piombino, si possono distinguere due differenti situazioni. Nella parte meridionale, da Punta Falcone a Punta Saltacavallo, la prateria è impiantata su matte fino a circa 300 m dalla costa per poi proseguire su sabbia. Nella porzione settentrionale, dal Golfo di Baratti fino alla località Riva degli Etruschi, la prateria si presenta ben strutturata su matte.


Lo studio effettuato ha permesso di ottenere una cartografia di dettaglio delle due aree campione. Queste cartografie possono rappresentare un utile strumento nell’ambito del monitoraggio delle acque marine costiere della Toscana. Infatti, da una parte possono permettere di impostare ulteriori studi su aree ritenute sensibili, dall’altra possono costituire un’informazione aggiuntiva a quelle derivanti dal monitoraggio costiero, in particolare dallo studio della dinamica del limite inferiore delle praterie. Il monitoraggio del limite viene effettuato mediante il metodo del “balisage” che consiste nel posizionamento dei corpi morti lungo il limite e valutare nel tempo la dinamica della prateria rispetto a tali segnali. La disponibilità di una cartografia bionomica può offrire l’opportunità di determinare la struttura della prateria, evidenziando la presenza di radure e di canali, e di valutarne l’evoluzione mediante la sovrapposizione di più rilievi effettuati a distanza di un anno l’uno dall’altro. La cartografia permette di studiare la dinamica dei limiti a scala più ampia rispetto a quanto è possibile fare con il “balisage”, ma con un dettaglio inferiore. Le due tecniche sono da considerare complementari per l’ottenimento di un quadro conoscitivo necessario per il monitoraggio delle praterie. I risultati dello studio mostrano che è necessario e prioritario realizzare una nuova mappatura delle praterie, in questo caso, toscane utilizzando strumentazioni di nuova generazione.
 

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