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Valorizzazione museale degli esemplari spiaggiati di cetacei e tartarughe

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Museo di Storia naturale e del Territorio di Calci (PI)Risalire alle cause di morte dei delfini e tartarughe spiaggiati è spesso molto difficile, poiché non si dispone di tutte le informazioni necessarie. Non si può certo escludere che la morte, soprattutto dei giovani cetacei (probabilmente ancora in fase di allattamento) possa spesso essere causata da una separazione prolungata dalla madre, dovuta alle cattive condizioni del mare, o dalla naturale mortalità dei piccoli durante il primo anno di vita. Nel caso delle tartarughe, invece, è molto più probabile che la causa di ritrovamento sia spesso legata all'intrappolamento in attrezzi da pesca (reti da posta principalmente) e collisioni con imbarcazioni.
 

Il lavoro svolto in tanti anni di attività a livello nazionale e regionale è stato notevole ed ha consentito di recuperare molto materiale e di attivare ricerche specialistiche per una maggiore conoscenza dei cetacei e tartarughe dei nostri mari e sulle cause di morte. I cetacei, in particolare, sono molto sensibili alle variazioni ambientali di varia origine e natura e, per di più, molte specie occupano il vertice della catena alimentare. Essi, pertanto, possono annoverarsi fra i migliori indicatori biologici dello stato di salute globale del mare e di conseguenza non c'è dubbio che d'ora in avanti dovranno essere presi in più attenta considerazione, sotto questo aspetto, dalle Autorità competenti in un progetto globale di monitoraggio ambientale. Si conosce veramente poco ancora dell' anatomia e fisiologia di questi animali e un cetaceo spiaggiato rappresenta una fonte incredibile di informazioni ed una grande opportunità di studio e ricerca. A questo scopo il recupero delle carcasse da parte degli operatori specializzati coinvolti nell'attività delle diverse reti regionali permette la valorizzazione degli esemplari attraverso lo sviluppo di numerose ricerche inerenti la biologia e le patologie dei cetacei dei nostri mari, utilizzando proprio i campioni provenienti dalle carcasse e da animali in difficoltà che si spiaggiano lungo le coste italiane.
 

Dopo lo spiaggiamento di un esemplare, sia esso tartaruga o cetaceo, sorge il problema dell'eliminazione della sua carcassa e sarebbe sempre opportuno, al fine di una completa ed ottimale valorizzazione dell'esemplare, recuperare anche lo scheletro dell'animale. La maggior parte dei reperti osteologici, recuperati durante gli interventi, sono andati ad arricchire le collezioni cetologiche dei Musei Zoologici italiani, incrementandole notevolmente. Gli scheletri, opportunamente ripuliti, vengono spesso rimontati in posizioni anatomiche dinamiche e mostrati al pubblico, per aumentare la conoscenza di questi animali difficili da vedere in natura e per divulgare, non solo nozioni scientifiche di carattere biologico, anatomico, funzionale ma soprattutto per accrescere la sensibilità del grande pubblico anche in relazioni a problematiche di conservazione delle diverse specie. Le diverse parti scheletriche vengono studiate (misurate e pesate) nel dettaglio dagli esperti che cercano così di approfondire, ad esempio, l'anatomia e la fisiologia del nuoto (alcune ossa ci mostrano la posizione e le dimensioni della muscolatura, dei vasi sanguigni, dell'innervazione): lo studio della forma è il passo fondamentale per capirne la funzione.

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