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Area Marina Protetta (AMP) di Tavolara - Punta Coda Cavallo

L'Area Marina Protetta (AMP) di Tavolara - Punta Coda Cavallo, istituita nel 1997 con decreto del Ministero dell'Ambiente, comprende circa 15.000 ettari di mare e i territori costieri dei comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro. Gli stessi enti costituiscono il Consorzio di Gestione, che nel 2005 ha ottenuto la certificazione EMAS. Grazie ai valori naturalistici che racchiude, nel 2007 l’AMP ha ottenuto il riconoscimento di ASPIM (Area Specialmente Protetta d'Importanza Mediterranea). Comprende, nel suo territorio i Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.) “Isole Tavolara, Molara e Molarotto” (codice identificativo ITB010010) e “Stagno di San Teodoro” (codice identificativo ITB010011) e la Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.) “Isole del Nord - Est tra Capo Ceraso e Stagno di San Teodoro” (codice identificativo ITB013019) appartenenti alla Rete Natura 2000.
Lo status faunistico dell'area risulta di notevole interesse. Le specie di vertebrati segnalate rappresentano circa il 50% di tutte quelle presenti in Sardegna. Tra anfibi, rettili e uccelli sono presenti numerosissime specie protette da normative regionali e da convenzioni internazionali. Geomorfologicamente vario e diversificato, il territorio dell'area risulta caratterizzato dalla presenza dei graniti rosa, appartenenti al plutone granitico di Gallura, da spiagge litoranee quarzoso-feldspatiche e dai rilievi calcareo-dolomitici dell'isola di Tavolara.
Straordinario anche il valore del territorio dal punto di vista botanico; infatti, la presenza di vari habitat con caratteristiche diverse tra loro ha permesso il sorgere di endemismi vari (nell'arcipelago ne sono stati contati ben 34) e lo sviluppo di una rigogliosa macchia mediterranea.
(www.amptavolara.it)

Monitoraggio Tursiope
L'Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo è utilizzata costantemente dal tursiope (Tursiops truncatus), specie considerata vulnerabile nel Mediterraneo e quindi rigorosamente protetta, come stabilito dalle convenzioni e dalle direttive internazionali riguardanti la tutela della natura e dell’ambiente marino. Sebbene sia considerato il cetaceo più comune nelle acque mediterranee, il tursiope si suddivide in piccole comunità isolate geograficamente l’una dall’altra, e non sono disponibili stime attendibili sulla consistenza della popolazione mediterranea se non per alcune aree limitate. Risulta pertanto prioritario intraprendere monitoraggi costanti per verificarne lo status.
Il progetto pianificato dal Consorzio di Gestione prevede una collaborazione con il C.Ri.M.M. onlus (Centro Ricerca Mammiferi Marini), che ha sede a Porto San Paolo. I ricercatori del CRiMM, con cadenza annuale:

1.    stimano la consistenza della popolazione;
2.    analizzano la struttura dei gruppi;
3.    interpretano le variazioni stagionali su composizione, dimensione e utilizzo dell’habitat da parte dei gruppi;
4.    identificano e valutano qualitativamente e quantitativamente i fattori di rischio per la specie, individuando eventuali aree critiche.

Successivamente il CRiMM procede con la stesura di una relazione che viene consegnata al Consorzio di Gestione; tale relazione viene poi utilizzata per elaborare strategie di conservazione, in particolare per le aree maggiormente utilizzate dalle femmine con i piccoli.
(www.crimm.org)

L’Area Marina Protetta di Tavolara Punta - Coda Cavallo è partner della Rete Regionale per la Conservazione della Fauna Marina della Regione Autonoma della Sardegna, così come è partner del Progetto GIONHA (Governance and Integrated Observation of marine Natural Habitat). All’AMP sono state affidate Azioni riguardanti lo studio sullo stato ambientale e sulla tendenza evolutiva degli ecosistemi, tra le quali si distinguono:

a.    attività di monitoraggio di Cetacei e tartarughe marine;
b.    raccolta dei dati storici e confronto con gli archivi esistenti delle specie presenti nel Mediterraneo;
c.    osservazione degli scambi tra zone costiere, con riferimenti alla distribuzione geografica regionale;
d.    censimento delle specie di Cetacei con foto-identificazione;
e.    definizione delle metodologie e delle schede di avvistamento di Cetacei e tartarughe marine;
f.    elaborazione dei dati raccolti;
g.    integrazione con gli archivi del Sistema Informativo Regionale Ambientale e della piattaforma INTERCET;
h.    azioni di sensibilizzazione e animazione del territorio attraverso campagne informative sui temi progettuali, e la produzione di materiale divulgativo.

 

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